Note

Pasquale Sebastianelli  “La mia vita con il Braille”

Pasquale Sebastianelli è un componente del Comitato Scientifico del Premio Letterario. E’ anche componente del Consiglio della sezione UICI di Benevento. E’ non vedente, ma non dalla nascita.

Sue sono le indicazioni per migliorare  la stampa dei testi in caratteri Braille, con notevole economia delle pagine e quindi  maggiore precisione al tatto del testo.

Di seguito alcune sue riflessioni.

” La malattia che mi avrebbe portato alla cecità, atrofia ottica, mi fu diagnosticata quando avevo otto anni. Un’età in cui si è protetti dall’affetto fortissimo dei genitori e dei familiari, per cui non vissi alcun dramma.

Piano piano, quasi con dolcezza, mi addentravo in un tunnel, non buio ma sconosciuto.

Dovetti lasciare il mio paese in provincia di Benevento, i miei amici, per iscrivermi prima ad una scuola  speciale, il Martusciello di Napoli, poi all’Istituto specializzato Colosimo, per non vedenti.

Ebbi la conferma che stavo entrando a far parte di un altro mondo, con naturalezza, senza sconvolgimenti.

Avevo sempre tutti intorno. Mi portavano per mano.

Quando poi ho incontrato il Braille, un metodo con una forza incredibile, ho avuto la certezza che l’indipendenza, la libertà ma soprattutto la dignità , non sarebbero mai andate perse.

Il conforto maggiore nell’apprendimento del Braille era la coscienza dell’umanità che l’aveva prodotto. Il Braille, la nuova luce, una sicurezza.

Quella stessa sensazione di conforto l’ho avvertita qualche anno fa, quando ho toccato le schede tattili dell’Archivio creato a Benevento.

Ora il premio letterario. Sono fiero di farne parte.

E’ l’umanità che dà la vera luce.”


MARIA CRISTINA DONNARUMMA  note sull’edizione 2024

PREMIAZIONE  PREMIO  LETTERARIO  BNBRAILLE  IX  EDIZIONE

 

Venerdì 18 ottobre 2024 alle ore 17,00 presso l’accogliente Sala dell’Antico Teatro di Palazzo Paolo V dinanzi ad un numeroso e interessato pubblico si è tenuta la IX edizione del Premio Letterario BNBRAILLE, ideata e organizzata dal dott. Dario D’Auria che ne è l’anima. L’evento è stato coordinato dalla prof.ssa Maria Cristina Donnarumma e sono intervenuti con proprie riflessioni il Magnifico Rettore dell’Università del Sannio Gerardo Canfora, il Magnifico Rettore dell’ Università Giustino Fortunato Giuseppe Acocella, la sig.ra Raffaela Masotta Presidente dell’ Associazione UICI BN, il dott. Valerio Villoresi Presidente della Fondazione Dario Mellone, l’avv. Consuelo Basile in rappresentanza dell’Antum Hotel e il dott. Dario D’Auria.                                                                                                                                                                   Il Premio, che si avvale di vari patrocini morali, quali: Il Comune di BN, la provincia di BN, l’Università del Sannio, l’Unione italiani ciechi ed ipovedenti, l’Università Giustino Fortunato, la Croce Rossa italiana Benevento, il Ministero dei Beni Culturali CE-BN e dei partners Antum Hotel e Hotel Villa Traiano, si chiama Premio letterario BNBraille perché nasce dalla volontà di condividere con il mondo dei non vedenti e degli ipovedenti le emozioni che un testo letterario può dare                                            Nell’ introdurre la Manifestazione la prof.ssa Donnarumma ha spiegato che tradurre il testo in braille è aprirsi ad altro, quasi a confermare che l’immagine non è tutto, che il mondo intero può essere sognato ed affidato a strumenti di lettura diversi. Il termine braille è capace di evocare un mondo tattile, immaginifico eppure materico, capace, dunque, di donare sguardo a chi non lo ha. Il metodo braille è insostituibile perché rimane l’unico mezzo che non applica un filtro interpretativo alle opere, ma le “trascrive in un altro codice”, permettendo ai non vedenti di avvicinarsi al mondo della lettura. La parola convenzionale viene trasformata, le lettere divengono tracciati che possono essere sentiti, toccati, modulati in un suono. Compito della scrittura è di dare nuovi contorni alle cose, ma soprattutto, come affermava Calvino, forma e ordine al mondo. La scrittura braille svolge questa funzione in modo ancora più puntuale e preciso, sublimando i segni, ridando loro un corpo e uno spessore che non sempre siamo capaci di sentire…”LETTTERATURA DA TOCCARE”.                                                                                                       Il Premio Letterario Benevento Braille, dunque, giunto alla IX edizione, rappresenta ogni anno la parte conclusiva di un progetto, ideato dal dott. Dario D’Auria, Presidente dell’Associazione INSIDE, che ha come finalità rendere co-protagonisti i non vedenti dell’iter di un Premio letterario, nelle fasi della candidatura dei libri, nell’elezione del vincitore e nella cerimonia di premiazione. Il dott. D’Auria, coinvolgendo nel Premio i non vedenti, dà voce e diritti a realtà diverse ed eterogenee, permettendo loro di provare emozioni che solo un testo letterario può offrire. Pertanto ha creato un Premio che coniuga la lettura con un forte impegno sociale.                                                                                                                                            Il valore dell’iniziativa, ha ribadito la Donnarumma, non risiede semplicemente nel contributo simbolico della pubblicazione di edizioni braille e di edizioni ingrandite, ma nello spirito e nella volontà di inclusività che l’anima. Includere è un imperativo categorico dei nostri giorni, infatti ognuno che si fa promotore di iniziative deve imporsi di non escludere nessuno perché tutti hanno diritto di partecipare e tutti hanno diritto a capire, a leggere, ad intervenire.                                                                                                                  Pertanto ogni anno la Giuria del Premio seleziona un libro che risulta vincitore secondo le metodologie condivise dal Comitato scientifico e dal Comitato Direttivo e l’opera viene realizzata in caratteri braille per i non vedenti e in caratteri grandi per gli ipovedenti. Quest’anno è stata scelta l’opera di Andrea Ciresola “ Innumerevoli tentativi di imitazione” People edizioni, nell’ambito della rassegna “Giallo in braille”, tema proposto dal Comitato Scientifico del Premio per il 2024.                                                                                                                                                                                                                                                                                         Prima di procedere ad un vero e proprio dialogo con il vincitore del Premio la coordinatrice ne ha tracciato il profilo. Andrea Ciresola, restauratore di Beni Culturali, artista poliedrico, scrittore, divulgatore di arte contemporanea è nato a Verona, giovanissimo s’inserisce nel campo del restauro dei Beni Culturali dove ottiene eccellenti risultati, dal restauro dei dipinti della casa di Giorgione a Castelfranco Veneto alla progettazione esecutiva delle superfici dell’Arena di Verona. Andrea conosce tutte le tecniche antiche di pittura che attengono alla decorazione d’Arte e di Arte Contemporanea, ma è anche un fervido sperimentatore, infatti, tra l’altro ha realizzato in una villa privata a Colognola ai Colli una nuova decorazione a tempera e pigmenti d’oro. Dal 2009 crea opere d’arte che lo hanno portato a vincere i più prestigiosi premi di Arte Contemporanea come l’arte Laguna Prize di Venezia, il Celeste Prize e il Premio rosso Passione del Museo Maggma. I suoi dipinti sono esposti in Germania, USA, Spagna e in tutta Italia e contemporaneamente è anche illustratore di libri. Si è dedicato anche alla scrittura di testi poetici e teatrali e per la narrativa ha pubblicato vari romanzi e racconti e negli ultimi 2 anni ha scritto tre romanzi gialli che hanno come coprotagonisti il Commissario Zileri e il disegnatore Dario Mellone, nel 2022 “Gli angoli dei numeri”, nel 2023 “Innumerevoli tentativi di imitazione”, il libro premiato e, nell’agosto scorso, ha pubblicato “A regola d’arte”.                                                                           ”Innumerevoli tentativi di imitazione” , ha affermato la Donnarumma, è un intrigante  romanzo giallo, in bilico tra realtà e finzione che coinvolge il lettore sin dall’inizio, immettendolo nella storia e rendendolo partecipe degli accadimenti che vanno svolgendosi sotto i suoi occhi e trae il titolo da quanto è scritto talvolta in alto su alcuni numeri della Settimana enigmistica, infatti la prima vittima del romanzo Paola Maggi Colaprico è segretaria in una tipografia che stampa in esclusiva la rivista “La settimana enigmistica”. Accurata è la descrizione della routine che vivono i vari personaggi, come quella dei luoghi e dei cambiamenti climatici che rispecchiano i vari stati d’animo.  Non vengono trascurati i particolari degli interni degli ambienti come lo studio del questore, le stanze del commissariato o l’interno del carcere, evidenziandone gli odori e i profumi. I vari personaggi sono descritti anche fisicamente in modo dettagliato e vivono in una costante tensione che li porta a dubitare l’uno dell’altro perché, nonostante cerchino di tenere la situazione sotto controllo, si imbattono in gente strana che sembra avere una doppia vita e nascondere qualcosa, restano anche vittime di depistaggi, scoprono efferati delitti, apparentemente commessi da un serial killer. Le vicende si svolgono in una Milano degli anni ’70, quella del terrorismo, degli anni di piombo, quando la violenza era palpabile e comprometteva anche le azioni e i pensieri di tutti.                                                                                                                                                   Importantissimi e significativi per la risoluzione di tutti i casi sono soprattutto i disegni di Dario Mellone, coadiutore del commissario Zileri, personaggio reale, ma descritto in modo romanzato dal nostro autore. Dario Mellone è un grande artista, pittore, disegnatore e illustratore sul Corriere della sera, con cui iniziò a collaborare grazie all’incontro con Dino Buzzati.                                                                                                                                    Alle incalzanti domande della professoressa Donnarumma relativamente all’uso dei disegni di Dario Mellone e agli anagrammi che portano il commissario Zileri alla soluzione dei casi descritti nella storia, l’autore ha risposto che sono entrambi fondamentali perché Mellone con il suo acume riesce a prevedere l’accaduto e lo anticipa rendendolo chiaro con i disegni, mentre gli anagrammi contengono la soluzione, ma in modo criptico. Per quanto riguarda le località presenti nel libro Andrea Ciresola ha chiarito che in parte sono reali e in parte frutto della sua fantasia perché un omaggio a persone a lui care. La Donnarumma ha affermato che l’ autore ha il dono di proiettare il lettore nelle vicende narrate rendendolo co-protagonista dei suoi personaggi permettendogli di penetrare nei loro animi e nelle loro teste. Il linguaggio è adeguato al genere letterario, il giallo, stringato, asciutto nelle descrizioni e nelle riflessioni, ma ben articolato, colorato e colorito nei numerosi dialoghi, soprattutto quelli tra Zileri e Mellone, Zileri e il questore Forni, Zileri e il direttore del carcere Russo.                                                                                           Interessante, infine, ha concluso la Donnarumma, è stato l’inserimento all’inizio del libro dell’elenco dei personaggi in ordine di apparizione specificando le loro mansioni, perché consultandolo di volta in volta ne facilita la lettura.                                                                      Come per le otto Edizioni precedenti alla fine della presentazione del libro all’autore è stata assegnata una targa e all’UICI di Benevento la copia del libro “Innumerevoli tentativi di imitazione” in caratteri braille.  Una targa è stata assegnata anche al giornalista Giulio Borrelli Sciorilli per la capacità innata di diffondere le notizie con garbo e onestà.                                                                                                                                                             Si è passati, poi, nella Sala attigua a quella dell’Antico Teatro ad inaugurare la significativa Mostra dei Pannelli Tattili inerenti alla narrativa del libro.